La sindrome dell’ovaio policistico si manifesta maggiormente in donne in sovrappeso…lo raccontava un rabbino francese
L'obesità è spesso causa della sindrome dell’ovaio policistico, una delle principali cause d’infertilità.
Questa sindrome è stata descritta per la prima volta nel 1935 da Stein e Leventhal. In presenza di questa patologia le ovaie hanno dimensioni superiori alla media e presentano al loro interno numerose cisti. Già in quel periodo si pensava che l’obesità fosse una delle maggiori cause.
Infatti questa sindrome si manifesta maggiormente in donne con familiarità al diabete di tipo II, non dipendente dall'insulina. Il rischio è maggiore se la paziente è in sovrappeso. Una condizione di obesità ed un elevato indice di massa corporea sono, infatti, condizioni determinanti per il manifestarsi dei sintomi e dei segni propri della sindrome. Non è possibile però stabilire quale sia il peso oltre il quale si è a rischio. Certamente nel caso di pazienti obese (con un indice di massa corporea superiore a 30) o in sovrappeso (con indice di massa corporea pari a 25-30), la perdita di peso ha frequentemente determinato una normalizzazione dei parametri ormonali e il ripristino di cicli ovulatori.
Si pensa che la prima descrizione del ruolo dell’obesità nell’infertilità e i benefici della perdita di peso risalgono al 1328, quando il rabbino francese Levi Ben Gershom in un dettagliato commento sulla Bibbia afferma che «L’eccesso di grasso e l’obesità sono una delle maggiori cause d’infertilità».
Egli racconta che già i personaggi biblici Sarah e Rachele, poiché erano in soprappeso e non riuscivano ad avere bambini,consentirono ai loro mariti, Abramo e Giacobbe, di avere dei figli dalle loro cameriere.
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